Listino 2023-05-02

Nel lungo ponte italiano a due arcate, 25 aprile e 1 maggio, la guerra ed il meteo non si sono fermati. La guerra mantiene elevata la tensione sull’applicazione dell’accordo sulla navigazione del Mar Nero e sul piano Ue, vede Kiev premere per la piena ripresa delle importazioni a dazio zero di cereali e altri prodotti agricoli dall’Ucraina verso la Comunità. Il meteo Usa volge al positivo per il grano invernale (piogge) e per le semine (mais e soia). I prezzi della settimana scorsa ne hanno subito gli effetti con un atteggiamento ribassista sui mercati internazionali che oggi iniziano la nuova settimana con gli stessi eventi in atto.  Per il grano, l’offerta è elevata e la Russia usa le sue disponibilità in competizione con il resto del mondo (in particolare Ue ed Australia). Teoricamente il ribasso dei prezzi dovrebbe facilitare le importazioni da Nord Africa e Medio Oriente, le cui previsioni di raccolto 2023 non sono positive. Mercato di Milano largamente in linea con la dominante ribassista, sia sulle materie prime che sui loro derivati. Le uniche eccezioni sono l’intero comparto dell’olio di oliva, in netta accelerata e le farine di pesce, in aumento ancor più consistente. I frumenti teneri nazionali subiscono la pressione del prodotto estero che si esercita ancora una volta in misura maggiore sul grano di forza (-17€, -5%). Sugli altri panificabili la domanda dell’area piemontese contiene il calo che comunque si accentua secondo la qualità: -2%, -7€ per il panificabile superiore e -2 per gli altri (-1%).  I teneri esteri comunitari esercitano la loro spinta con cali che nei panificabili sono per lo più superiori in assoluto (-5), ed ancor più in tasso (-1,7% in media).  Andamento ribassista confermato nei grani duri in particolare in quelli del Centro Sud che perdono in misura maggiore: -10, -2,6% contro -5 del Nord. Ci si riavvicina a quota 350€/t, già prossima per il buono mercantile Nord.  I duri esteri scemano di 5 (-1,4%), mantenendo invariate le differenze interne al comparto. Gli sfarinati seguono la strada delle materie prime con alcune differenze fra le voci: in quelli di tenero il W380-430 perde 10€/t (-1%), portando le quotazioni sotto 900 contro il -5 delle altre qualità. In quelli di duro tutti registrano -10, che nella farina per panificazione significano -2,8%. I sottoprodotti della macinazione seguono la stessa linea, appesantita da una domanda fiacca, perdendo da -7 a -8. Comparto del mais in granella e relativi derivati in netto calo. I mais nazionali registrano -5 sulle tre voci (-1,3% nell’alimentare, -1,8 % negli zootecnici). Negli esteri il comunitario su camion contiene il calo a -3 (-1%), inferiore al -7 (-2,4%) del prodotto movimentato dai magazzini interni che ha già incorporato i costi di trasporto dai paesi di origine. Il portuale non comunitario, per la stessa ragione, registra un -10 (-3,4%), che spinge al ribasso. Nei derivati spicca il netto calo della farina integrale per mangimi. Nei cereali minori e sostitutivi, stabile solo l’orzo comunitario, essenzialmente francese, in calo le avene ed il sorgo. Non si differenziano i biologici con cali per i cereali (-5 per il grano duro, -10 per tenero e mais e -20 per la soia bio feed (-2,7%) in linea col calo dei prodotti a tale destinazione. Nei semi di soia netto calo, pari per le tre voci: -30 (da -5,5% – 5,9% secondo la voce) per cui il seme di soia nazionale torna sotto quota 500. Alla dinamica internazionale si aggiunge la spinta del seme tostato, che incorpora già i costi di estrazione pur con differenze qualitative assai ampie. Gli oli vegetali registrano secchi cali con l’eccezione dell’olio di oliva, protagonista di una performance in aumento che alza ulteriormente i record già segnati. Il forte trend rialzista è legato alle condizioni di caldo anomalo e alle scarsissime, pressoché nulle, precipitazioni in Spagna che rischiano di compromettere il prossimo raccolto dopo un anno già difficile per la produzione. Per gli olii di semi invece permane una debolezza legata all’eccesso di offerta da parte dei paesi produttori, in primis l’Ucraina, e ancora alla limitata domanda del mercato interno, specialmente da parte degli imbottigliatori che soffrono un calo netto dei consumi a causa dei prezzi al consumo che non riflettono ancora i cali degli ultimi mesi sulla materia prima. Soffre in particolare l’olio di soia (- 6,7% il grezzo, -5,8% il raffinato) a causa della pressione del raccolto di soia brasiliano che si sta dimostrando più abbondante delle aspettative. Gli altri olii di semi ne soffrono la pressione calando di conseguenza. Importante calo delle farine di soia: l’uguale -30 fra le voci, porta la normale, in particolare quella estera, non molto distante dai 500 €/t . In ribasso uguale fra le voci, l’intero comparto dei grassi animali (-2%), in linea anche con la dinamica degli oli. L’altro comparto in controtendenza è quello delle farine di pesce con abbondanti aumenti nelle transoceaniche (+150, +170, + 8/+9%). Foraggi con limitate variazioni. Nel comparto del riso i sottoprodotti registrano ulteriori ribassi a fronte della stabilità di risoni e risi dovuta alla scarsità delle trattative, cioè domanda poco consistente.