Listino 2023-05-23

Il meteo mantiene il recuperato ruolo di fondamentale agente sull’andamento dei mercati. Auspicato o temuto nelle sue evoluzioni, drammatiche come nel caso romagnolo. La settimana scorsa ha assorbito col calo, in particolate per il mais, il rinnovo dell’accordo per il Mar Nero. La situazione argentina di scaeissima produzione è ormai acclarata e stabilizzata negli algoritmi decisionali.  Continua il comportamento dell’acquirente Cina: diversificare qui e là secondo situazione e necessità fra Brasile, Sud Africa, Australia, Ucraina, purchè non a vantaggio degli Usa che quindi devono competere per le esportazioni. La settimana internazionale corrente si è aperta sotto l’ipotesi, di origine meteo satellitare e di valutazione dell’andamento delle vendite statunitensi, di aumenti delle scorte di mais e di soia. La seduta odierna di Milano, in termini di variazioni registrate, è largamente calante. Le sole variazioni positive riguardano: nei cereali minori l’avena estera, unica rimasta in quotazione essendo oggi uscita di quotazione quella nazionale; negli oli quello di soia, + 25€/t (+3% nel grezzo, +2,5% nel raffinato e quello di palma, +100, +6,9%, che supera di slancio quota 1500 e larga parte del comparto olio di oliva. In quest’ultimo motivano le variazioni le stime sul raccolto spagnolo ma questa settimana se ne avvantaggia l’Evo nazionale: col +150 odierno (+2,3%), a fronte del solo +100 del massimo del comunitario (+1,5%) torna a differenziarsi maggiormente. Gli aumenti nell’olio di oliva proseguono fino al rettificato ed al sansa, invariati. Passando agli altri comparti, nei frumenti teneri nazionali la sola riduzione riguarda il tenero di forza, -6 (-2%), in continuità con le settimane precedenti. Stabili tutti gli altri nazionali nonché quelli esteri con la sola eccezione del non comunitario, -5 (-1,9%). I grani duri si fermano sulle quotazioni pregresse, interrompendo una direzione percorsa.  Negli sfarinati alla stabilità di quelli di tenero si contrappone la riduzione di pari importo ma di diverso tasso, di quelli di duro. Per tutti -10, corrispondente a -1,5% per semola con caratteristiche, -1,4% per semola e semola rimacinata, -1,8% per semolato e -2,9% per la farina per panificazione.  Cali a due cifre nella decina del 10 per i sottoprodotti della macinazione nazionale: per i cruscami -15 (da -6 a -7% secondo il tipo) e -12 per i cubettati (-5,5%), senza distinzione per l’origine. Ferma la sola farinetta di duro. Nel mais prosegue il calo, compreso nell’arco -5/-7. Il -5 interessa tutti i nazionali (da -1,9% per gli zootecnici al -1,4% dell’alimentare) mentre il -6 e -7 è appannaggio degli esteri che perdono maggiormente anche in tasso (-2,2%). Il nazionale è più tenuto perché necessario in accordi di filiera ma la competizione dell’estero spinge ugualmente. Calano tutti i derivati del mais, in particolare il glutine che scende sotto mille €/t per effetto del -80 odierno (-7,5%).  Il calo dei cereali da granella lo ritroviamo nei biologici in cui interessa anche il duro: per tutti -5 (da -1,2% a -1,4%). Continua anche il calo della soia bio feed, di fatto sotto quota 700 (oggi -10, -1,4%). Semi oleosi tutti -15 (-3/-3,2%), con il nazionale e l’estero allineati sui minimi (450 e 488) e ben differenziati sul massimo (455 e 490). Nelle farine di estrazione, in quelle di soia cali misurati attorno a -10/-12 secondo tasso proteico ed origine mantenendo sostanzialmente invariati i rapporti di forza fra le provenienze sia nella normale che nella proteica, con la prima ancora sopra 500 e la seconda, per quanto meno diffusa, sopra 525 €/t. I grassi animali perdono altri 15 indifferentemente (da -1,6% a -1,9%). Stabili le farine di pesce. Ancora poche le voci quotate n:ei foraggi in attesa di capire l’evoluzione anche in conseguenza dell’alluvione in Romagna. Nel settore riso mercato senza domanda su tutte le varietà di risone che registrano cali a due e tre cifre (-14 per Carnaroli e similari, -12%), trainati da rimanenze e domanda limitata quasi all’inconsistenza. Eccezione il Baldo, invariato perché trattenuto dalla scarsa disponibilità. Risi lavorati in serie ai risoni con cali moltiplicati. Sottoprodotti ugualmente calanti per eccesso di offerta.