Listino 2023-07-04

Settimana internazionale conclusa sotto la spinta dei dat, Usda e non solo, che per il mais ne aumentano le aree seminate negli Usa e la produzione brasiliana mentre al contrario, per la soia ne calano superfici e disponibilità innescando il rally in salita del seme e dell’olio. Il grano ha subìto la pressione del mais ma soprattutto la concorrenza russa e la ripetuta minaccia di ritorsioni attraverso la gestione e, ancor più, il rinnovo dell’accordo per il Mar Nero, vicino alla scadenza dell’anno di vigenza. Rinnovarlo o non rinnovarlo, questo è il problema. Nella settimana in corso salta la giornata odierna negli Stati Uniti per l’Indipendence Day, superata la quale si cercherà di orientarsi, come da tempo sui mercati delle materie prime alimentari. A Milano entrano in listino i primi grani teneri le cui quotazioni sono limitate a sole due voci per l’insufficienza, stante il procedere della raccolta, di dati rappresentativi delle proprietà organolettiche e molitorie dell’annata. I grani teneri rilevati sono perciò il biscottiero a 220-225 e quello per altri usi a 210-212, che a sua volta, influisce sull’entrata in quotazione del triticale a 198-200. Nei teneri esteri, stabilità diffusa dei comunitari, tranne il panificabile che, rilevato a 244-247, perde 10€/t (-3,9%). Nei nordamericani cala solo lo statunitense, -3 (-0,7%). Ancora non quotati i grani duri nazionali, in attesa di significativi volumi commercializzati. Stabili i grani duri non comunitari, i soli quotati. Del tutto e tutti stabili gli sfarinati. Ancora in calo importante i sottoprodotti della macinazione, con differenze fra l’origine. Il farinaccio di tenero cala di 5 (-2,5%), contro il -8 (-4,3%) di quello di duro, ampliando il differenziale fra i due sottoprodotti. Tritello e cruschello calano invece nella stessa misura, -14€/t (da -8,5% a -9,1%). Della stessa entità fra loro -15, il calo dei cubettati, estero compreso, per tassi di riduzione compresi fra-8,4 e 9,1%. In pressione l’intero comparto del mais. Le granelle nazionali perdono tutte 4€/t (-1; -1,5%) ma le estere registrano cali maggiori: -10 (-3,7%) il comunitario e -7 il non comunitario su camion (-2,8%) e -10 quella partenza porto (-3,8%). Nei derivati del mais, al -4 della farina bramata e dello spezzato (rispettivamente -0,5% e -1%), va nella stessa direzione il -7 della farina integrale per mangime (-2,4%). Stessa variazione per la farinetta ad indicare la pesantezza della destinazione d’uso. Cala anche il germe. Stabili invece glutine e farina glutinata. Nei cereali minori confermate con l’invariato, le quotazioni degli orzi nazionali che spingono in basso il comunitario, in particolare nel minimo (-15€/t, -15%), sceso a 200. La sola variazione registrata nei biologici è il calo del mais (-0,5%) con i grani ed i risi ancora non quotati. La soia incorpora le tensioni internazionali con aumenti che interessano ancora il prodotto nazionale di probabile uscita di quotazione per esaurimento della merce. Gli aumenti odierni sono stati di 9€/t per i semi nazionali e di 10 per i semi esteri ed i tostati, corrispondenti a +1,9% per il nazionale e i tostati e +2,1% per la soia estera. Negli oli di semi l’olio di soia, oggi +65 (+6,5% e finale 1.070-1.090 il grezzo e + 5,7% e finale 1.215-1.235 il raffinato) continua il trend positivo in scia ai dati USDA che indicano un forte calo degli stock. Il prezzo dell’olio di girasole rimane invariato aumentando il differenziale con gli altri olii vegetali. Per quanto riguarda gli olii di oliva la totale assenza di offerte dalla Grecia e la scarsa liquidità del mercato spagnolo spingono ulteriormente i prezzi verso l’alto, differentemente secondo l’origine. Nell’Evo il nazionale registra +100 (+1,3%), contro il +200 del solo minimo del comunitario (+2,8%). Nell’Evo biologico il nazionale è invariato a 8.000-8.200 mentre quello comunitario sale a 7.300 nel minimo (+200; +2,8%), unica variazione della tipologia. Sale anche il rettificato (+100 e +50€/t). Panelli e farine di estrazione spaccati in due andamenti contrapposti: scemano i panelli, anche significativamente come nel caso di quello di colza (-20; -5%), salgono le farine di soia, per tutte +7, +1,4. Grassi animali e farine di pesce invariati come tutti i foraggi, tranne la paglia di cui è stato quotato anche il massimo (da alimentazione, 115€/t), e le bucce di soia, -2€/t. Comparto del riso univocamente in discesa: nei risoni stabili solo Lungo B e Vialone nano a fronte di cali a due cifre per le altre varietà. Nei lavorati le riduzioni si amplificano di conseguenza. L’offerta dei risoni sembra essere inferiore a quella della settimana scorsa e le variazioni registrate si ha l’impressione che assumano il senso di aggiustamenti tecnici.