Listino 2023-09-19

Settimana internazionale aperta con segno meno diffuso su cereali (grano, mais) e soia (seme, farina, olio). I tradizionali fattori agenti sui prezzi e gli atteggiamenti dei fondi non giustificano al momento eventuali inversioni di tendenza, al pari della guerra: la movimentazione dei prodotti ucraini via Romania è attiva, forte e in ulteriore sviluppo. L’atteggiamento dei paesi Ue sofferenti la concorrenza ucraina si è diversificato fra quelli che ne hanno confermato il solo transito (Polonia, Ungheria e Slovacchia) e quelli che hanno accettato la revoca delle restrizioni (Bulgaria, Romania). Sul mercato nazionale, i nuovi raccolti di mais, sorgo, soia, girasole, riso continuano a premere come aspettative di quantità e qualità mentre cominciano i primi raccolti effettivi per lo più ancora non rappresentativi. La disponibilità di trasporto rimane fattore determinante in negativo. Seduta di Milano in cui le variazioni registrate sono in maggioranza in riduzione. Nei frumenti teneri nazionali si conferma il premio alla qualità stabilizzando le quotazioni del di forza (312-325€/t) e del panificabile superiore (264-274€/t) e riducendo le altre voci di circa l’1% . Diversi i valori assoluti: – 2€/t il panificabile (finali 232-238€/t), -3 il biscottiero e l’altri usi (rispettivamente 215-217 e 202-204€/t).  Totalmente invariati i grani teneri esteri. Nella stessa direzione si sono mossi il grano duro (nazionale ed estero), gli sfarinati e praticamente tutti i sottoprodotti della macinazione. In questi le eccezioni riguardano i cali dei farinacci, più pesante quello di duro, sceso di 8€/t (-5%) contro il -5€/t di quello di tenero (-3%) per finali rispettivamente di 150-152 e 182-184, e dei cubettati, entrambi -2€/t (-2%). Il comparto del mais registra movimenti in calo, in particolare sui mais esteri, e la conferma della riduzione del differenziale di prezzo che premiava il mais con caratteristiche. Entra in quotazione l’alimentare, segnaletico dei primi arrivi, a 255-280€/t. Negli zootecnici quello con caratteristiche scende a 223-225€/t per effetto del -5€/t (-2%), che lo avvicina al contratto 103 normale (ma sempre sano leale mercantile), calato di 3€/t (-1%) e quindi posizionato a  218-220€/t. Il comunitario perde in misura maggiore, -12€/t (-5%), attestandosi a 222 per la merce su camion e 238€/t per quella derivante da magazzini interni. Nell’estero non comunitario registrati, nel minimo, affari per merce serba a 220€/t, mentre il massimo, riferito al portuale, cala di 8€/t (246€/t;-3%). I derivati del mais seguono la direzione della materia prima, accentuando i cali in particolare nel glutine, collocato a 710-780€/t a seguito riduzione di 50€/t (-7%). In concerto la variazione della farina glutinata, -20€/t (-7%). Gli altri prodotti mangimistici perdono da 5 a 7€/t. Entra in quotazione la farina di mais bramata a 550-575€/t.  Limitate le variazioni nei cereali minori ma sempre negative.  Infatti, se tengono gli orzi nazionali e le avene, calano orzo comunitario (-2€/t; 213-228), triticale (-5€/t; -3%; 195-200€/t) e sorgo (-2€/t; -1%; 208-213€/t). In calo, nei proteici, anche il pisello. Ritroviamo l’invariato nell’intero comparto del biologico di produzione nazionale dove continuano a mancare affari per risoni e semi di soia. Nei semi oleosi, ancora mancando la soia nazionale, nel minimo del seme estero registrato un secco -45€/t (- 9%, finale 450€/t), relativo a camion dall’estero ed un altrettanto secco, sebbene inferiore, -30€/t (-6%; 500€/t) sul massimo accompagnato dal nominale che evidenzia la limitatezza degli scambi alla base del valore registrato. Mercato degli olii di semi quantitativamente caratterizzato da pochi scambi, ancora concentrati su consegne pronte mentre scendono le quotazioni per le consegne sul lungo periodo a causa della pressione del futuro raccolto e la scarsa offerta per caricazione immediata agisce sul mercato della merce pronta. L’olio di girasole oggi ha perso 10€/t (-1%), direzione percorsa anche dal palma (-45€/t; -2%). L’olio di soia è l’unico prodotto in rialzo (+3% nel grezzo, +2% nel raffinato), sostenuto dal prezzo del petrolio e dalla possibilità di destinarlo ad uso energetico/ biodiesel. Negli oli si segnala l’entrata in quotazione dell’olio grezzo di granoturco convenzionale a 940-960€/t. Stabile l’olio d’oliva che continua a risentire della scarsa domanda da parte della GDO a causa dei livelli di prezzo raggiunti e relativo calo degli acquisti. Tutto calante il settore alimentazione animale: spicca il -20€/t del panello di lino (-4%), ma è più frequente il -2% che interessa le farine di girasole (tranne il massimo della decorticata, invariato) e tutte quelle di soia che tornano ad avvicinarsi, chi più chi meno, a quota 500€/t. Tra le poche voci in aumento sono i grassi animali, limitatamente a +5€/t, meno dell’1% che diventa +1,6% nel grasso acidità 4. Stesso tasso di aumento per le farine di pesce Perù e Cile, a fronte della stabilità della danese. Comparto dei foraggi in calo generalizzato, cui sfuggono solo melasso, paglia pressata e bucce di soia, invariate. Le mediche pellettate perdono tutte 5€/t (-1% l’extra, -2% le altre), quella in balloni 10 (-3%), effetto della rinnovata disponibilità. Stesso dicasi per i fieni, tutti -5€/t (-2/-3%). Il settore riso ha mantenuto l’atteggiamento di attesa: gli scambi del nuovo risone non raggiungono ancora volumi tali da fornire rilevazioni significative. Tutti i risoni risultano perciò non quotati. I risi lavorati invariati al pari dei sottoprodotti.