Listino 2023-12-12

Agitatore dei mercati rimane il meteo poichè l’Usda scorso ha lasciato il quadro senza modifiche efficaci. Quando il meteo del Brasile segna brutto, la soia (seme e farina) sale. In tema soia, in Argentina rimangono da capire le mosse del Presidente, appena insediato ufficialmente, e l’entità della produzione attesa. Il mais si accoda al grano, calante, che subisce un presunto ridotto interesse della Cina ad acquisti negli Usa di prodotto costoso in primis rispetto a quello russo e poi a quello francese e australiano. In contro tendenza Nord Africa e parte dell’Asia che cercano grano. Odierna seduta del mercato di Milano caratterizzata dalla continuità con la precedente e dalla prevalenza della stabilità rispetto alle variazioni. Fra queste prevalgono gli aumenti. I cereali, nazionali ed esteri, e i relativi derivati sono invariati. Fra i derivati fa eccezione il glutine di mais la cui disponibilità continua a rimanere scarsa, ragion per cui registra un incremento di 50€/t (+5%) che ne porta i finali a 975/1.005€/t. In continuità l’andamento crescente di larga parte dei sottoprodotti della macinazione dei grani. I farinacci aumentano in misura diversa: quello di tenero segna +5€/t (+2,5%), finali 200/202€/t contro +6€/t (+3%), finali 193/195€/t di quello di duro, riducendo ulteriormente l’inferiorità sul tenero. Tritelli e cruschelli salgono in pari misura, +8€/t (+5% circa), lasciando immutati i rapporti interni fra le voci. Altrettanto vale per i cubettati, aumentati di 5€/t (+3%). Diffusamente invariati i prodotti biologici di origine nazionale salvo un ridimensionamento del massimo del mais bio, misurato in -10€/t (-3%), che ne porta il valore a 310€/t, e un incremento del seme di soia bio feed, dell’entità di 5€/t (+1%, finali 555/565€/t). Continuità rispetto alla settimana scorsa e affinità all’andamento estero, nei semi di soia: per tutti +10€/t (+2%), immutati pertanto i rapporti di scambio fra le voci. Il mercato degli olii vegetali nel suo complesso non riporta variazioni rilevanti rispetto alla scorsa settimana, solo l’olio di palma ritraccia in misura più marcata, cedendo 20€/t (-1%), restando comunque sopra 1.400€/t. L’olio di soia è l’altro che cede, molto lievemente, -5€/t (non arriva al -1%). In generale gli olii di semi si trovano in una situazione di equilibrio tra domanda e offerta da ormai diverse settimane mentre l’apparente stabilità del comparto olio di oliva dipende da un iniziale calo dei prezzi alla fine della scorsa settimana controbilanciato da un aumento negli ultimi giorni. L’effetto odierno è la stabilità degli Evo convenzionali, del vergine nazionale e del sansa rettificato mentre variano e in aumento, il massimo dell’Evo bio comunitario (+150€/t, +2%, finale 8.900€/t), il vergine comunitario (+100€/t, +1%, finali 7.500/7.700€/t) e il rettificato (+100€/t, +1%, finali 7.650/7.700€/t). In aumento l’intero comparto delle farine di estrazione: gli aumenti assoluti sono di 3€/t per la farina di colza (+1%, finali 363/366€/t) e per il solo minimo di quella di girasole decorticato (+1%, finale 378€/t), e salgono a +5€/t per la farina di girasole integrale (+2%, finali 203/205€/t) e per tutte le farine di soia (+1%). Invariati tutti i grassi animali. Andamento strabico nelle farine di pesce: all’aumento della peruviana e della cilena (+20€/t, +1%), corrisponde il calo di 30€/t della danese (-1%). Totalmente immodificato il comparto foraggi. Anche nel riso prosegue la stabilità dell’intero comparto, confermando l’equilibrio fra una domanda scarsa e un’offerta timida, equilibrio consolidato dall’avvicinarsi del periodo festivo natalizio.