Listino 2024-01-16
QUOTAZIONI ALL’INGROSSO SULLA PIAZZA DI MILANO
Prezzi in €/t, esclusi imballaggio e IVA – merce sana, leale e mercantile, resa franco Milano – pronti consegna e pagamento – per vagone o autotreno o cisterna completi.
COMMENTO DELLA SEDUTA ODIERNA
Se i fondamentali classici sostengono l’atteggiamento ribassista, pur nel rimbalzarsi di volumi di produzione diversi nell’abbondanza, nella guerra mondiale a pezzi, la crisi del Mar Rosso, pessima ultima arrivata, potrebbe trasformare le avvisaglie di aumenti dei prezzi in qualcosa di più concreto e, forse, foriero di ulteriori brutte cose. La settimana internazionale si è chiusa con l’Usda di gennaio poco influente e il meteo come da copione, largamente invernale. Nella Ue i paesi confinanti chiedono nuovamente i dazi all’importazione delle commodity dall’Ucraina mentre le manifestazioni degli agricoltori tedeschi amplificano un disagio non solo germanico su prezzi di vendita e costi dei mezzi tecnici. La logistica internazionale e italiana rimane il punto di debolezza e di crisi. Milano riflette l’atteggiamento ribassista, dominante fra le variazioni odierne, fronteggiato dagli aumenti di alcuni settori, più legati alle dinamiche estere. I frumenti teneri nazionali confermano le quotazioni di inizio seduta per i grani di qualità, fino ai cali che riguardano minimamente il biscottiero (-1€/t, -0,5%, finali 228/229€/t) e più significativamente l’altri usi sceso a 224/226€/t (-4€/t, -2%), disponibile e meno cercato. I grani teneri esteri cedono pressoché tutti, con l’invariato che interessa il comunitario panificabile superiore e lo statunitense. Gli altri teneri esteri cedono da 4 a 5€/t (-1,5% in media). Il -4€/t spetta al comunitario panificabile (finali 242/244€/t), e al non comunitario (finali 242/244€/t), che rimangono perciò pari fra loro. Il -5€/t è del comunitario di forza (finali 357/375€/t) e del canadese (finali 381/383€/t), che si riavvicina perciò allo statunitense. Del tutto stabili i grani duri come pure gli sfarinati. Pesante e in linea con quanto già avvenuto, l’andamento dei sottoprodotti della macinazione dei grani con riduzioni a due cifre e della prima e seconda decina. Eccesso di offerta e limitata domanda sono i fattori trainanti. I farinacci perdono diversamente: -10€/t se di tenero (-5%, finali 200/202€/t), -15€/t se di duro (-7%, finali 188/190/t, tornando ad ampliare il differenziale fra loro. I cruscami perdono 21€/t (-11/12%) senza differenze per l’origine con finali a 156/160€/t per tritello 148/150€/t per crusca, ambedue di tenero, e 148/150€/t se di duro. Perdita uguale anche per i cubettati, -15€/t (-10%), con finali a 140/143€/t per quello di tenero e 142/143€/t per quello di duro. Continua la pesantezza del comparto mais, totalmente cedente, in misura più accentuata nell’alimentare (-5€/t, -2%), sceso a 253/263€/t. Gli zootecnici scendono di 2€/t (-1%), posizionandosi a 224/226€/t quello con caratteristiche e a 219/221€/t il mais contratto 103 base. Negli esteri il calo interessa solo il minimo (merce su camion) del comunitario, -3€/t (-1,3%, finale a 226€/t) mentre il massimo (merce ai porti) è invariato anche nel non comunitario i cui minimo continua a rimanere non quotato per mancanza di contrattazioni. Cede ancora anche l’intero comparto dei derivati del mais con l’eccezione del glutine, ancora non quotato, e del germe, invariato. La bramata ha ceduto 5€/t (-1%, finali 546/571€/t), stessa misura del calo della farina glutinata (-2%, finali 235/250€/t). Le materie per mangimi hanno ceduto 2€/t (-0,5%/-1%), posizionandosi l’integrale per mangimi a 256/257€t/, lo spezzato a 384,5/385€/t, la farinetta a 189/194€/t. Nei cereali minori, gli orzi registrano andamenti differenziati: stabile il nazionale leggero, ancora disponibile, lievemente cedente quello pesante (-1€/t, -0,5%, finali 207/219€/t), più fortemente il comunitario (-5€/t, -2%, finali 228/230€/t). Ferma l’avena nazionale, in aumento il minimo di quella estera (finale 315€/t, +3%). Cedono, in linea con la pesantezza della domanda, il triticale (finali 213/218€/t) e il sorgo (finali 208/210€/t), ambedue -5€/t, -2%. Totalmente invariato il comparto dei prodotti biologici nazionali. Calo senza distinzioni per i semi di soia, -5€/t, -1% per tutte le voci. Il mercato degli olii di semi non presenta importanti variazioni rispetto alla settimana scorsa. La stabilità dell’olio di girasole incorpora, in quella del grezzo, un mercato nei paesi del mar Nero meno liquido e che potrà portare ad una leggera tensione sui prezzi. L’aggiornamento delle stime di produzione di soia argentina ha influito sul mercato dell’olio in modo poco significativo, con aumenti di 10€/t (+1% circa). Stabile anche il palma. Dopo le forti tensioni in aumento, sul mercato dell’olio d’oliva assistiamo ad una fase di stallo dei prezzi caratterizzata da una quasi totale assenza di acquisti da parte degli operatori del settore. Fino a che non si riuscirà a trasferire sui consumatori gli aumenti di prezzo all’origine il mercato rimarrà illiquido e volatile. La sola voce variata è il sansa rettificato, aumentato a 4.350/4.400 (+1%). Panelli e farine di estrazione a macchia di leopardo. Calano il panello di germe di mais (-3€/t, -1%, finale 320€/t) e le farine di girasole in misura diversa: l’integrale registra -8€/t (-4%, finali 205/207€/t), la decorticata -5€/t sul minimo (-1,4%, finale 351€/t) e -3€/t sul massimo (-0,8%, finale 357€/t).Aumentano la farina di colza, scarsamente disponibile, e tutte quelle di soia: l’aumento è di 5/t senza distinzioni (+1% in media), lasciando immutati i rapporti di scambio fra le voci. Stabile l’intero comparto dei grassi animali. Cedenti le farine di pesce, tutte. Le transoceaniche cedono 30€/t (-1,5%) contro il -10€/t della danese (–0,4%). Nei foraggi stabili le mediche pellettate e lo sfarinato, anch’esso pellettato. Cedono melasso, polpe e carrube pellettate. Aumenti puntiformi per le carrube frantumate (+15€/t, +3,5%), per il massimo della medica disidratata in balloni (+7€/t, +2%) e per le bucce di soia (+8€/t, +3% in media). Nel settore riso totalmente invariati i sottoprodotti mentre nei risoni stabilità e cali si fronteggiano. La stabilità interessa varietà domandate e/o limitatamente disponibili (Roma, Baldo, Sant’Andrea, Lungo B, Vialone nano). Cali anche significativi registrati, al contrario per varietà disponibili o in difficoltà sulla domanda: Volano-Arborio -40€/t il minimo e -47€/t il massimo (-7% in media), -25€/t il massimo del Carnaroli (-4%), -50€/t Loto e Nembo (-9% in media), -48€/t Luna Dardo e similari (-9,5% in media), ancora -48€/t per Sole e Selenio (-8,5% in media). Il calo più pesante per Lido, Crono, Flipper e similari, per Balilla e Centauro: col -100€/t odierno le loro quotazioni scemano mediamente del 18%. Nei risi lavorati, cali più contenuti, in tasso percentuale: -5% l’Arborio, – 6,7% Ribe anche parboiled, -6,5% medio Originario e comune, -3% il massimo del Carnaroli. Il primato spetta al -12,6% del Lido e similari.