Listino 2023-04-18

Si acuisce la tensione sui mercati internazionali, in particolare a respiro europeo. Le prese di posizione di Polonia, Ungheria e Slovacchia contro la circolazione dei prodotti ucraini sul proprio territorio e la risposta della Commissione Ue si sommano alle difficoltà applicative dell’accordo sul Mar Nero. Dall’altra parte del mondo i confermati pessimi dati sulla produzione argentina di soia vengono aggravati dallo sciopero degli ispettori al porto di Rosario, col possibile impedimento degli imbarchi. Il clima va come deve e come vuole, lasciando strascichi di ulteriore incertezza. Le difficoltà dei trasporti su gomma rendono vischiose le consegne e le contrattazioni in Italia, integrate dalla successione dei ponti festivi. A Milano andamenti distinti, in rialzo e ribasso, secondo i comparti.

Nei frumenti teneri nazionali varia solo quello di forza che subisce ancora la pressione della disponibilità di prodotto comunitario: ambedue calano, quello nazionale di 4 (-1%), quello comunitario di 3 (-1%), ma il secondo rimane comunque su quotazioni inferiori. Negli esteri la sola altra variazione interessa il comunitario panificabile che, col +5 (+1,9%), si allinea al corrispondente nazionale. Continua anche il calo dei grani duri, anche esteri: tutti registrano -5€/t (in media -1,5%), con la sola eccezione del non comunitario che resta a 422-437€/t. Stabili gli sfarinati. Nei cruscami la domanda cerca continuità di utilizzo degli impianti a fronte delle festività: alla stabilità dei due farinacci e della farinetta di duro, si contrappone l’aumento delle crusche (tutte +3, +1%), e dei cubettati (+5, +2%).

Stabile l’intero comparto del mais, derivati compresi. Registrata la sola variazione del non comunitario al porto, in calo di 3€/t (-1%).

Fra i cereali minori o sostitutivi, sale il solo orzo comunitario, unico rimasto fra gli orzi (+7, +2,7%).

Nei biologici, variazioni in diminuzione per grano tenero bio (-10, -2,5%) e per il mais bio a destinazione feed che si porta a 430€/t (-10 sulla settimana scorsa, -2%). La destinazione feed, per la domanda meno pressante, registra il calo anche della relativa soia feed, -15 (-2% anche in questo caso).

Totalmente fermo il comparto dei semi di soia, registrando incertezze dovute alla situazione internazionale e al calendario delle festività.

Il mercato degli olii di semi rimane sotto pressione ma limita le perdite in scia alle notizie sui possibili blocchi all’importazione di prodotto ucraino da parte dei paesi dell’est Europa: in attesa di capire se la notizia sarà ribassista o rialzista i venditori rimangono attendisti causando scarsa liquidità sul mercato. I cali registrati interessano quello di girasole, sia grezzo che raffinato, e l’arachide: lievi  variazioni che, comprese fra -10 e -20, oscillano attorno all’1%. Fermo quello di soia mentre il palma recupera 10€.Il comparto degli olii d’oliva conferma il trend fortemente rialzista, con il meteo in Spagna che preannuncia caldo e assenza di piogge che potrebbero compromettere la fioritura degli ulivi. Le dichiarazioni del governo spagnolo circa un possibile divieto di irrigazione per salvaguardare il livello già molto basso delle falde gettano benzina su un mercato già in fiamme e fanno aggiornare nuovi massimi pluriennali. Le variazioni non si differenziano secondo l’origine: +100 per gli Evo (+1,7% mediamente), +50 per gli Evo biologici (+0,8%), + 100 per vergine (+1,9%) e rettificato (+2%). Stabile solo il sansa rettificato.

Diversi gli andamenti nei panelli e farine: calano i panelli di girasole e lino (-5), aumentano le farine di soia, +8 senza differenze (+1,4%).

Calano più significativamente i grassi animali per minore pressione della domanda, da -30 a -20 secondo la qualità (da -3% a -2%).

Nelle farine di pesce la stabilità della cilena è accompagnata dal calo della peruviana (-10, -0,5%) e della danese (-30, -1,3%).

Nei foraggi escono di quotazione le mediche disidratate e i fieni in attesa/vista delle nuove produzioni. Calano le polpe e le bucce di soia.

Mercato del risone e dei risi lavorati all’insegna di ribassi sulle principali varietà per l’esportazione (da -6% a -8%), probabile effetto di arrivi di merce estera a minor prezzo. Rimane stabile il Lungo B. Rotture invariate e lieve diminuzione della granaverde a causa di una domanda debole.