Listino 2023-05-09

Mercati internazionali dominati da est dall’aggravamento della guerra Russia vs Ucraina con le ripercussioni sul – non – transito delle merci nel Mar Nero, particolarmente influenti sul grano nonché sul mais. Resta ampia la disponibilità di merce ucraina. Da ovest l’attenzione è rivolta al clima (piogge scarse in Canada e nel Sud Usa, eccessive al nord Usa). La Cina distribuisce i suoi acquisti agendo sui prezzi, cercando convenienza, e sulle fonti, cercando di spostare a suo vantaggio, i rapporti di forza fra Brasile e Stati Uniti (soia e mais). Il rapporto Usda atteso per questa fine settimana, è origine di atteggiamenti sospensivi: l’aspettativa è sull’entità delle scorte che dipenderà dall’andamento delle vendite, perciò dall’evoluzione dello scenario. Procede il calendario e l’approssimarsi dei raccolti le cui stime, in certi casi, vedi Brasile per le grandi produzioni attese, ma anche Ucraina per altre ragioni, generano dubbi sulla possibilità effettiva di stoccare tutto il nuovo prodotto. Seduta del mercato di Milano pressoché totalmente in ribasso. I rialzi interessano solo l’intero comparto dell’olio di oliva e rare singole voci. I frumenti teneri, sia nazionali che esteri, procedono nel calo, seguendo le dinamiche delle settimane scorse: il di forza nazionale cede maggiormente (-10, -3%) sotto la pressione del comunitario (-3, -1%), che rimane superiore in valore assoluto. Ancora nei teneri nazionali, il panificabile superiore è stabile ma cala il corrispondente comunitario, per cui le quotazioni si allineano. Nazionali ed esteri hanno registrato cali attorno al -1%. In calo anche i nordamericani, nello stesso ordine di variazione. In evidenza l’entrata in quotazione del tenero non comunitario, essenzialmente ucraino o serbo, a 270-275 €/t franco Milano, assimilabile al panificabile ma spesso con tenero proteico 13-14. Grani duri nazionali calanti in continuità con le settimane scorse e lungo le stesse linee: l’origine Nord Italia perde 5€/t (-1,4%) su ogni voce, mentre quella Centro ne perde 10 (-2,8%). Negli esteri cede solo il comunitario, -5 (-1,4%), allineandosi al Centro Italia. Tra gli sfarinati, quelli di tenero non registrano variazioni contrariamente a quelli di duro che cedono tutti 10€ (da -1,3% a -1,7% per le semole, -2,8% per la farina per panificazione). I sottoprodotti della macinazione scontano la debolezza della domanda con variazioni negative significative: la maggiore è il -12 dei farinacci (-4,4%), con le crusche a -9 (-3,5%). Rallentato il calo della farinetta di duro (-5, -1,5), più domandata. Nel mais da granella i nazionali registrano tutti il -10, corrispondente a -1,3% nell’alimentare e -3,5% negli zootecnici che si portano a 265-267 per il contratto 103 base ed a 275-277 per quello con caratteristiche. Nel comunitario via camion, la scarsa disponibilità degli stessi, ha trattenuto il calo a -4€/t contro il -10 del calo del mais da magazzini interni. Il non comunitario ha registrato -11 (-3,9%), scendendo a 273. I derivati della lavorazione del mais hanno seguito il calo della materia prima, come tendenza e come valore assoluto con rare eccezioni come nel caso della farina integrale per mangime in cui si registra -20€/t (-5,8%). Calo anche nei cereali minori con l’eccezione dell’orzo di cui rimane disponibile solo il comunitario, perciò, ricercato e quindi in aumento a 265-270 €/t. Cereali da granella in calo anche nei prodotti biologici: per tutti -10 (-2,4%). La pesantezza della domanda spinge in basso anche la soia bio feed: -20 (-2,8%) e ritorno a quota 700 almeno nel minimo. Nei semi di soia le variazioni sono tutte negative me differenziate a vantaggio del seme nazionale che perde 10€/t (-2%) contro -20 del seme estero e del tostato (-3,8/-4,1%). Soprattutto nel seme estero permangono le differenze qualitative all’origine del differenziale fra minimo e massimo. Settimana in chiaroscuro per il mercato degli olii di semi con il soia e il palma che cercano il rimbalzo dopo settimane di trend negativo. Per il palma hanno agito le previsioni di riduzione per le scorte malesi. Nella seduta odierna registrati aumenti nella decina del 20 corrispondenti a +1,7/ 1,9% col soia grezzo che si allontana da quota 920 e punta a 1.100 nel raffinato. Non si può dire lo stesso per l’olio di girasole dove nonostante la scarsa liquidità del mercato dovuta alla situazione dei corridoi navali dall’Ucraina, la pressione sui prezzi rimane evidente e registrata dal -20 uguale fra grezzo e raffinato. Continua invece il fortissimo momento di mercato per il comparto dell’olio d’oliva, che registra ormai nuovi record quotidianamente e per il quale non si prevedono nemmeno cambi di trend nel breve periodo. La situazione climatica, l’assenza di precipitazioni e le temperature sopra la media in Spagna continuano a mettere a rischio il raccolto sostenendo i prezzi. Nell’Evo, le variazioni registrate si diversificano a vantaggio del prodotto spagnolo: +200 (+3,3%) contro +100 (+1,5%) nel convenzionale, +150 (2,4%) contro +50 (+0,7%) nell’EVO biologico. Il vergine aumenta senza differenze (+300, +5,6%). Fermo solo il sansa rettificato mentre il rettificato registra +200. In secco ed uguale calo il comparto panelli e farine di estrazione: -20, -3,7%, mantenendo invariati gli attuali rapporti di forza interni alle voci fra provenienza e tenore proteico. La normale torna decisamente verso quota 500 e rimane superiore all’estera. In calo i grassi animali, tutti -15 (-1,6%). Sostanzialmente fermo il comparto foraggi ad esclusione delle polpe (-3€/t) e delle bucce di soia. Nel settore del riso, per le rotture, la disponibilità di prodotto rispetto ad una richiesta debole, ha portato ad ulteriori riduzioni di prezzo, in particolare per mezzagrana e granaverde (-6%). Situazione analoga nei risoni con scarso interesse agli acquisti e con ribassi concentrati (mediamente -40€/t, -5,5/-6%), solo sulle grane tonde e Loto, Luna e similari. I risi lavorati hanno seguito l’andamento al ribasso dei risoni. I risi pregiati conservano le quotazioni raggiunte.