Listino 2023-07-18

Settimana internazionale dominata, ma non indirizzata stabilmente, dalla dichiarazione russa di non volere il rinnovo dell’accordo Onu-Turchia per il transito delle merci dai tre porti ucraini. Le lamentazioni russe accampano il mancato rispetto della parte dell’accordo riguardante il circuito di pagamenti Swift nonché la circolazione di commodity della Federazione, fertilizzanti compresi. L’Ucraina peraltro ha dimostrato di saper e poter esportare anche per altre vie complementari, terrestri, fluviali ma anche marittime. Il resto del mondo accusa la Russia di affamare i paesi poveri, spingendo per il rinnovo dell’accordo che finora è stato largamente utilizzato dalla Cina, in particolare per il mais. Avverrà la rinegoziazione dell’accordo e con quali conseguenze? Al momento, i mercati non sembrano accusare il colpo e tornano in gioco i classici fondamentali, in particolare produzione e scorte. Ue e Russia per il grano, Brasile per mais e soia, sembrano averne abbastanza sia come raccolto 2023 che relative scorte. Milano conferma i grani teneri nazionale e larga parte dei comunitari ai valori precedenti. Le eccezioni all’invariato consistono nel calo degli altri usi, -2 e -5€/t (rispettivamente -1 e -2%) nei nazionali, calo che negli esteri ha interessato il canadese, riportato alle stesse quotazioni dello statunitense, 400 e 402€/t per effetto del -14 (-3%), e il non comunitario, -7€/r, pari al -3%. Negli esteri in controtendenza il comunitario, quotato 319-327€/t per effetto del +5 odierno (+2%). In netto rialzo i grani duri, nell’ordine del +6/+10% secondo qualità ed origine. I duri Nord Italia accrescono il differenziale rispetto al Centro Sud in virtù di aumenti maggiori: il fino nord +40 (+10%) contro +35 del fino centro, il buono mercantile +30 contro +25€/t (+8 contro +7%), e nello stesso ordine, il mercantile +30 contro +25€/t (+9 contro +7%). Nei duri esteri è entrato in quotazione il comunitario a 380-400€/t f.co Milano mentre il non comunitario registra +35 (+8%), che lo porta a 447-462. Negli sfarinati nessuna variazione in quelli di tenero mentre in quelli di duro registrato l’aumento di 10€/t per tutti, equivalente a +1/+2% per semole e semolato e +3% per la farina per panificazione. Ancora in calo i sottoprodotti della macinazione, questa settimana senza eccezioni. I cruscami e i cubettati perdono 10€/t (-7/-8%), stessa riduzione per il farinaccio di duro (-3%), più tenuto, e per farinetta, ancora nel duro (-4%). Nel mais in granella stabili le quotazioni dei nazionali, differentemente da quanto registrato per gli esteri che aumentano di 6€/t nel comunitario (+2%) e nel non comunitario, di 5 per quello su camion e di 9€/t nel partenza porto, rispettivamente +2 e +3%. Limitate le variazioni dei derivati del mais: in riduzione il glutine (-20€/t, -2%) e il minimo del germe (-€/t, sempre *2%). Limitate a pochi e piccoli aggiustamenti, le variazioni nei cereali minori: nell’orzo comunitario aumenta il minimo a 205 (+2%) ed esce di quotazione il massimo; nel triticale cala solo il minimo a 195 (-2%). Largamente invariato il comparto dei biologici in cui si completano la quotazione del grano tenero bio mediante la riduzione del minimo (-5, -2%) e l’inserimento del massimo a 270 e quella del grano duro bio, non quotato fino ad oggi, col minimo a 385 ed il massimo a 420€/t. Nei semi oleosi cresce la soia nazionale a 490-495 per effetto di un aumento di 5€/t (+1%), che non ha interessato i semi esteri, stabili né i tostati che invece sono calati della stessa misura. Negli oli di semi cala quello di soia, in tensione anche sui mercati internazionali, in misura del -40€/t (-4% nel grezzo e -3% nel raffinato, ed aumenta quello di arachide (+2%). Stabili girasole e palma. Sembra inarrestabile la crescita dei prezzi del comparto dell’olio di oliva, in parallelo al proseguire di una stagione che ad oggi, si presenta di scarsa/scarsissima produzione, non solo nazionale. L’Evo italiano registra +500 (+5/6%), superando quota 9mila €/t nel massimo, distanziando il comunitario, aumentato anch’esso ma di 300€/t (+4%). Aumenti maggiori ma senza distinzione d’origine, per l’Evo bio, cresciuto di 600€/t (+7%). Stessa direzione per i vergini, premiando il nazionale a + 300€/t (+4%), contro il +200/+300 del comunitario, e per il rettificato (+250€/t, +4%). Stabile, in linea con gli oli di semi, il sansa rettificato. Stabili i panelli mentre è diversificato l’andamento delle farine fra il calo di quelle di colza e di girasole (-1%/-3% secondo il tipo) e l’aumento di quelle di soia, per tutte +18€/t, +3%. Continua la stabilità dei grassi animali e delle farine di pesce, in cui fa eccezione la danese, aumentata di 50€/t (+2%). Nei foraggi ancora stabili le mediche disidratate, con l’eccezione del massimo in balloni (-5€/t, -3%), e del fieno di medica pressato, ancora -5€/t solo sul massimo. Entra in quotazione il fieno agostano ma solo sul minimo, 205€/t. In calo le bucce di soia (-6/-8%). Nel comparto riso variazioni in aumento solo nelle rotture (+1%), mentre nei risoni proseguono i cali, che hanno interessato Volano-Arborio (-8%), Roma (-5%), Carnaroli e similari (-8%), Sole (-6%) a fronte di domanda fiacca. Variazioni a due cifre, ugualmente in riduzione, anche nei corrispondenti risi lavorati.