Listino 2023-08-01

Settimana internazionale i cui movimenti ribassisti sono stati motivati dai fondi (vendite) e dal meteo, favorevole almeno per mais e soia. Gli Usa finora ne hanno venduto meno del solito (-30% nel caso del mais, -6% la soia) per cui dovranno trovare sazio nei silos e sulle piazze, Brasile permettendo. Venendo di qua, il dichiarato accordo Ucraina-Croazia coi porti adriatici in sostituzione del Mar Nero come via di esportazione, è tutto da capire. Nel frattempo, la Russia cerca di rendere difficile l’export ucraino con gli attacchi alle strutture logistiche ma porti fluviali e minori, oltre la via terrestre, consentono a Kiev di supplirne gli effetti. Mosca promette grano gratis e pensa all’uso del rublo nelle quotazioni dei suoi fertilizzanti e cereali: con l’Africa la partita è tutta da giocare ma la Cina cosa ne pensa e come reagirà? Quando finirà la nuttata? Milano è intonata su due linee: gli aumenti interessano parte dei cereali, i cali dominano gli olii. Il dettaglio per comparto lo evidenzia. Nei grani teneri nazionali, alla diffusa stabilità, si contrappongono l’aumento del di forza (+5€/t, +2%, finali 297 e 312), trainato dal corrispondente comunitario che registra + 5 sul minimo (+1%, finale 344€/t) e +15 sul massimo (+4%, finale 362€/t), e quello del solo minimo degli altri usi, +2€/t (+11%). Negli esteri, oltre al già citato comunitario di forza, le altre variazioni odierne interessano il minimo del non comunitario (+1€/t, +1%) ed il calo dei nordamericani, -5€/t (-1%). La stessa direzione riguarda i duri sia nazionali che esteri. Nei nazionali per tutti +20€/t (+5%), per cui rapporti e differenziali relativi all’origine sono rimasti invariati. Negli esteri gli aumenti si differenziano: +10€/t per il comunitario (+3%) e +30€/t per il non comunitario (+6%). Gli sfarinati seguono le relative direzioni: stabili quelli di tenero, in aumento quelli di duro: per tutti +20€/t, corrispondendo a +2%/+3% nelle semole e +5% nella farina. La direzione non cambia nei sottoprodotti della macinazione: gli aumenti sono di 8€/t per i farinacci (+4%), e di 10€/t per i cruscami (+7%), e di 5/t per i cubettati (+3%). Invariata la sola farinetta di duro. Non univoca la dinamica del mais in granella: nei nazionali sale di 3€/t (+1%) soltanto il mais contratto 103 base (senza caratteristiche tranne quelle di legge) con finali 256 e 258€/t. Negli esteri si ridimensiona di 3€/t il minimo del comunitario (prodotto su camion), che scende a 278 (-1%); stabili tutte le altre voci con effetto analogo sui derivati in cui si registra l’aumento solo della farinetta (+3€/t, +1%). N ei cereali minori in aumento di 5€/t (+2/3%) l’orzo nazionale pesante (finali 195/210€/t) ed il solo massimo dell’orzo comunitario (finale 240€/t), fermo il triticale e ingresso in quotazione delle avene a 225/230€/t la nazionale e 280/285€/t l’estera. Nei biologici l’unico aumento interessa il grano duro bio: con +20€/t (+5%), sale a 415/450€/t. Nei semi oleosi, in mancanza del prodotto nazionale, le cui contrattazioni sono esaurite, ed in linea coi mercati internazionali, calano in misura uguale, -15€/t, il seme estero ed i tostati (-3%). Negli oli vegetali, la settimana è segnata dal ritracciamento dell’olio di soia grazie alle prospettive di un ottimo raccolto e alla limitata domanda. Su Milano la riduzione è di 95€/t (-9%). Quello di girasole risente del rallentamento dell’olio di soia e di colza (quest’ultimo nei convenzionali) ma limita le perdite a 10€/t (-1%), a causa dei timori sulla logistica dall’Ucraina dopo che si sono intensificati i bombardamenti sulle zone portuali. Per quanto riguarda gli olii d’oliva il brusco rallentamento dei consumi e la previsione di un’altra scarsa campagna fanno sì che i prezzi rimangano stabili pur nella quasi totale assenza di scambi. Riallineati il solo massimo dell’Evo biologico nazionale (+100€/t, +1%), ed il rettificato, mosso dai semi. Panelli e farine divisi fra la stabilità sostanziale dei panelli in cui variano solo i massimi di quelli di girasole (in calo quello integrale, in aumento il decorticato), e l’aumento limitato a 3€/t delle farine di soia (+1%). Nei grassi un solo aumento a vantaggio dell’acidità 4. Le farine di pesce vedono il riposizionamento in basso della danese, seppure limitato a -10€/t, pari allo zero stante la quotazione di partenza, e gli aumenti della peruviana e della cilena, +30€/t, (+1%). Variazioni solo in aumento nei foraggi: le mediche disidratate registrano +5€/t (+1/+2%), tranne la seconda qualità, invariata. Sale in misura rilevante lo sfarinato di medica: con +20€/t segna +8% per finali 240/245€/t. Nei fieni, al +10€/t dell’agostano (+4/5%), si unisce il +5 del pressato di medica (+2%). La paglia per alimentazione segue la dinamica con +10€/t (+6%), portata a 155€/t. Nei risoni, dopo un paio di mesi di mercati in calo, ai casi di stabilità si uniscono alcuni segnali di ripresa con aumenti da proporzionare ad un’offerta assai contenuta, con effetti sul Carnaroli in cui aumenta solo il minimo, riferito ai suoi similari, + 3% (pari a +16, finali 600€/t), e su Luna Cl Dardo e similari, Sole e Selenio. Per questi, tutti +20€/t pari a +5/+6%. In ogni caso nessun effetto sui risi lavorati, tutti confermati alle quotazioni di partenza. Sfarinati e rotture che scontano con l’invariato, il caldo e la pausa che sconsigliano la domanda.