Listino 2023-08-29

All’andamento dei mercati classici, CBOT e Matif, già volatili per conto loro, si aggiungono le nuove valutazioni della Commissione Ue circa la produzione 2023 dei cereali comunitari. Rispetto a luglio vi è la conferma delle produzioni di grano tenero e duro sui volumi della scorsa raccolta. Per l’orzo il dato fra luglio ed agosto non cambia e consolida una perdita di 3milioni di tonnellate con finali 48milioni 720mila tonnellate. Per il mais, pur riducendo la produzione 2023 a 61milioni 676mila, viene avvalorato il miglioramento di oltre 9milioni sul 2022.Seduta differenziata a Milano, in particolare nei cereali da granella. Nei frumenti teneri variazioni in aumento per la qualità nazionale con il di forza che sale a 307/322 (+5€/t, +1,7%) e il panificabile superiore a 261/271 (+2€/t, +0,8%) a fronte della stabilità del panificabile (237/245) e del calo dei massimi del biscottiero e dell’altri usi (per ambedue -3€/t, -1,3%). Negli esteri grande presenza dell’invariato col calo registrato solo per il comunitario panificabile (-2€/t; -0,8%), calato a 237/240 e l’aumento solo per il canadese, passato a 390/392 (+5€/t, +1,3%). In flessione il comparto del grano duro, con variazioni distinte per l’origine: la produzione nord Italia registra tutta -10€/t (-2,4/-2,7% secondo la qualità) e quella Centro tutta -15€/t (-3,4/3,8%). Cala anche il duro comunitario, in misura maggiore, -20€/t (-4,8%), scendendo a 380/400. Negli sfarinati, fermi quelli di tenero, calati quelli di duro: per tutti -10€/t ma 1,2%/-1,7%  le semole e -2,7% la farina per panificazione. Pesante l’andamento dei sottoprodotti della macinazione: -13€/t i cruscami (-9/-9,5% secondo l’origine), -10€/t i cubettati (-6,6%, -10€/t), invariati solo il farinaccio di tenero e la farinetta di duro. Aria pesante per il mais, più per quello estero che per il nazionale. Gli esteri registrano infatti cali da-13 a -10 per il comunitario e per il non comunitario partenza porto (-3,6/-4,8%), i nazionali contengono la riduzione al -7€/t (-2,8%). Esce di quotazione l’alimentare in attesa della nuova produzione. Eccettuata la farina bramata, invariata, cala tutto il comparto dei derivati del mais: in termini assoluti si evidenzia il -15€/t del glutine, corrispondente al -1,8%, tasso di variazione che colpisce anche lo spezzato degerminato e la farina glutinata (registrati rispettivamente -7 e -5 €/t). Calano anche la farinetta di 7 (-3%) ed il germe (-3/-5€/t). Nei cereali minori, stabili gli orzi, in aumento le avene: la nazionale registra + 15€/t (+6,5%), riducendo il differenziale con l’estera, positiva per 10€/t (+3.5%). In aumento anche il pisello proteico (+5€/t). Nei biologici di produzione nazionale un solo movimento a carico del grano duro bio, sceso a 405 (zootecnico) e 440 (alimentare) per effetto del -10 (-2,5%). Nei semi oleosi ancora non presente la produzione nazionale mentre i semi esteri non variano, diversamente dai tostati, aumentati di 10€/t (+1,9%). Negli oli di semi anche la seduta odierna evidenzia lo scollamento fra gli oli quali soia e colza che hanno un ampio uso energetico (cogenerazione e bifuel) e che rimangono sostenuti grazie al prezzo del petrolio e comunque alle sue dinamiche e quelli destinati ad uso alimentare, girasole in particolare che subiscono gli effetti dell’inizio della campagna, soprattutto se provenienti dal Mar Nero, con una spinta al ribasso. Oggi tra i primi, quello di soia è invariato, tra i secondi quello di girasole perde 40€/t nel grezzo e -50 nel raffinato (-4,5%) mentre aumentano quello di arachide e di palma. Negli oli di oliva continua la crescita dei prezzi, riflesso della quasi certezza di una scarsa campagna, certezza non bilanciata dal calo dei consumi, peraltro già in atto. Oggi gli aumenti, ovunque presenti salvo nel sansa rettificato (invariato), si differenziano a vantaggio dell’Evo comunitario (convenzionale e bio), che registra +200€/t a fronte del +100 del nazionale (+2,5% contro +1,1%). Panelli e farine di estrazione in cui aumentano le farine di soia di 15€/t (+2,9%), non quelle di girasole, invece calanti. Aumentano i grassi animali, tutti di 1€/t (+1,1%/1,3%) e le farine di pesce peruviana e cilena (+10€/t, +0,5%), non quella danese, stabile. Limitate le variazioni nei foraggi: calano lo sfarinato di medica (-8€/t, -3,5%) e le polpe (-5€/t, -1,5%), aumentano le bucce di soia (+4,2%, +10€/t). In attesa della nuova produzione il comparto del riso, evidenziata dalla presenza in pratica dell’invariato su tutte le voci. Unica eccezione l’aumento del Selenio (+40€/t, +9% il risone), con ricaduta sul lavorato nella voce del massimo dell’Originario.