Listino 2023-10-31

La settimana internazionale si era chiusa con l’incertezza sugli sviluppi della risposta israeliana all’attacco terroristico con la paventata e tuttora indecisa invasione della striscia di Gaza mentre il meteo, specie in sud America, si sovrappone alle attese sulle produzioni brasiliane e argentine (mais e soia), senza essere effettivamente incidente. Grano in difficoltà per eccesso di disponibilità, mais quasi sulla stessa linea, soia tirata dalla richiesta di farina, con la Cina incerta sul da farsi fra Brasile e Usa. L’odierna seduta milanese è contraddistinta dalla prevalenza delle variazioni positive mentre quelle negative si concentrano in comparti specifici quali gli oli di oliva, i grassi, i foraggi. I grani teneri nazionali aprono gli aumenti fra cui spiccano, in assoluto e in tasso, quelli del grano altri usi che registra +7€/t (+3%), portandosi a 218/220€/t. Seguono l’aumento del biscottiero, +5€/t (+2%, finali 223/225/t) e del di forza, +3€/t (+1%, finali 327/345€/t), fino ad oggi premiato con variazioni maggiori. Limature al prezzo del panificabile superiore in cui aumenta solo il minimo a 268€/t (+2€/t, +1%). Invariato il panificabile. Nei grani teneri esteri gli aumenti interessano il comunitario panificabile e il non comunitario: per ambedue +2€/t, +1%, finali 238/240€/t. Nei nord americani cresce solo l’Usa Northern spring a 376/378 (+5€/t, +1%), riducendo la distanza dal Canadian. La stabilità interessa i grani duri e gli sfarinati. Riprende la dinamica crescente nei sottoprodotti della macinazione, seppure con alcune eccezioni quali l’invariato del farinaccio di tenero e il calo della farinetta di duro (-5€/t, -2%, finali 241/245€/t). I cruscami sia di tenero che di duro aumentano di 5€/t nel tritello (+4%, finali 118/122€/t), nella crusca di tenero e di duro (+5%, finali 110/112€/t). I cubettati guadagnano 3€/t entrambi (+2%), come il farinaccio di duro (finali 143/145€/t). Segno positivo per quasi tutte le voci del mais in cui solo l’alimentare è invariato con pari effetto sulla farina bramata. I mais nazionali e quello comunitario incorporano +4€/t (+2%), doppiando il non comunitario (+2€/t, +1%). Nei derivati, la farina per mangime registra la variazione della materia prima (+4€/t, +2%, finali 256/257€/t), al pari dello spezzato, finali 384/385€/t (+1%), e della farinetta (+2€/t, +1%). Si arresta il glutine, non la farina glutinata che cede 5€/t, finali 245/255€/t (-2%). Nel germe aumenta il solo massimo, +2€/t, +1%. Tutto in aumento, salvo il sorgo, invariato, il comparto dei cereali minori in ragione dell’1% per l’orzo nazionale leggero (180/182€/t), del 2% per il nazionale pesante (+3€/t, finali 198/210/t), il comunitario (+4€/t, finali 222/233€/t), le avene (+5€/t, finali 265/270 la nazionale e 305/310 l’estera) e il triticale (+4€/t, finali 208/213€/t). Nel biologico nazionale, all’invariato dei grani e del mais, fanno fronte gli aumenti dell’orzo bio (+5€/t, +2%, finali 220/240€/t), della soia bio feed (+10€/t, +2%, finali 520/530) e il completamento delle quotazioni dei risoni bio con l’inserimento dei minimi per tutte le voci finora non rilevate e degli aumenti dei massimi per tondo bio, (+47€/t, +6%), gruppo Arborio bio (+100€/t, +7%), e gruppo Carnaroli bio (+100€/t, +7%). Nei semi oleosi, la soia nazionale aumenta di 8€/t, quella estera di 10 nel solo minimo, unica quotazione al momento. Per entrambe si tratta del +2%, rispettivamente con finali a 428/430 e 440€/t. Fermi i semi tostati. Non ci sono particolari movimenti di mercato sugli olii di semi, i cui prezzi rimangono schiacciati sul costo di produzione a causa della limitata domanda. Le variazioni in diminuzione (-10€/t per l’olio di girasole solo se raffinato), o in aumento (+10€/t per quello di soia), valgono l’1%. Per quanto riguarda gli olii d’oliva invece i prezzi continuano il riposizionamento verso il basso a causa dell’assenza di domanda da parte della GDO ai livelli raggiunti, variando ancora una volta gli equilibri interni fra le origini. Nell’Evo convenzionale quello nazionale scema di 250€/t (-3%), a 8.650/8.950€/t, riducendo il vantaggio sul comunitario in cui cede il solo minimo a 8.200€/t (-100€/t, -1%). Stabili gli Evo biologici, in calo il vergine (-200€/t per tutti) e il rettificato. In contromarcia il sansa rettificato, +50€/t (+1%). Diffusamente in aumento panelli e farine di estrazione: la decina interessa quella decorticata di girasole (+10€/t, +3%, finali 325/345€/t) e le farine di soia, tutte +15€/t (+3%), con cui anche la normale estera supera di slancio quota 550€/t portando il suo minimo, la voce minore fra tutte, a 564€/t. In calo uguale, -10€/t, le voci dei grassi animali (-1%). Invariate le farine di pesce. Diffusamente calanti i foraggi tranne le mediche disidratate di migliore qualità, invariate. Nel comparto riso seduta positiva per le rotture, tutte +10€/t (+2%), non per farinaccio e pule, tutte -5€/t (-2% per farinaccio di riso, +3% per la pula vergine, -4% per la pula 2,5%). Nei risoni apprezzati Volano Arborio (+48€/t, +10%), Roma (+48€/t, +10%), Baldo (+48€/t, +7%), Loto e Nembo (+48€/t, +11%), Lido, Crono, Flipper e similari (+48€/t, +11%) e Sole (+48€/t, +12%). Risi lavorati in aumento a due cifre da +20€/t per Lido e similari (+1%), + 45€/t per Ribe, Parboiled Ribe (+3%) e Originario-Comune (+4%), +90€/t per Arborio (+6%), Roma (+7%), Baldo e Parboiled Baldo (+5%).