Listino 2024-02-06
QUOTAZIONI ALL’INGROSSO SULLA PIAZZA DI MILANO
Prezzi in €/t, esclusi imballaggio e IVA – merce sana, leale e mercantile, resa franco Milano – pronti consegna e pagamento – per vagone o autotreno o cisterna completi.
COMMENTO DELLA SEDUTA ODIERNA
Nulla di nuovo nello scenario politico internazionale: i fattori di crisi sono ormai “soliti” ma qualcuno si aggrava come nel caso del Medio Oriente e del mar Rosso. Nella Ue, che non è l’Europa, si amplifica la protesta dei produttori primari verso la politica agricola comunitaria per eccesso di burocrazia e ambientalismo, senza dimenticare gli effetti di una fiducia smisurata nella globalizzazione. Non mancano nemmeno le proteste per il sostegno alle vendite agricole dell’aggredita Ucraina, tornate prepotentemente nella Ue a seguito dell’impossibilità e/o difficoltà di navigazione da e per il Mediterraneo. Scorre il calendario e con esso le previsioni sul meteo nell’altro emisfero e quindi i numeri su epoca e quantità dei raccolti di mais e soia e relativi derivati. Grano europeo in difficoltà sotto la pressione dei prezzi russi e non solo e per l’alternarsi fra il si e il no dei possibili acquisti cinesi di grano Ue (cioè essenzialmente francese). Il mais sta in mezzo fra la pesantezza del grano e quella della soia, sempre più legata ai numeri attribuiti al Brasile, eccessivamente variabili e quindi fonte di incertezza. Da noi meteo fuori media e si comincia a temere per un altro anno siccitoso più ancora che caldo. Seduta odierna largamente contrassegnata dai cali, in particolare dei cereali, sia food che feed, e dei semi proteoleaginosi. Fermi risoni e risi lavorati. Variegato il quadro degli oli, compresi quelli di oliva. I grani teneri nazionali vedono minimi aggiustamenti in ribasso, dell’ordine del -1€/t per il panificabile, il biscottiero e il minimo dell’altri usi che perde maggiormente nel massimo, -2€/t. In percentuale si tratta di variazioni attorno all’1%. Stabili il di forza e il panificabile superiore, a sostegno della maggiore qualità e ricercatezza. Nei grani teneri esteri i cali sono maggiori. Nei comunitari salgono a -2€/t nei panificabili sia normale che superiore (-1% circa) per arrivare a -5€/t nel comunitario di forza (-1%, finali 342/360€/t). Anche il non comunitario perde 2€/t (-1%, finali 238/240€/t). Più pesante la riduzione dei nord americani, -7€/t (-2%), che non muta i rapporti interni alle voci. Continua il calo dei grani duri che questa settimana perdono 5€/t (mediamente -1%), senza distinzione alcuna fra le voci. Cinque euro li perdono anche i duri comunitari (-1%), posizionati a 375/395€/t contro i non comunitari, calati a 475/490€/t per effetto del -10€/t odierno (-2%). Gli sfarinati sono invece invariati, cosa che non vale per i sottoprodotti della macinazione ancora calati e per alcune voci, in misura rilevante. Domanda se non inesistente, ben ridotta. E’ il caso dei farinacci, entrambi calati a due cifre, -20€/t (-11% per quello di tenero, finali 163/165€/t e -13% quello di duro, finali 133/135€/t). I cruscami registrano tutti -8€/t (-6%) e i cubettati -2€/t (-1% medio). La dinamica ribassista colpisce anche la farinetta di duro, -5€/t (-2%, finali 236/240€/t). I comparti del mais e dei suoi derivati non si differenziano e perciò calano sia pure in misura assai ridotta nei nazionali e leggermente maggiore negli esteri. I nazionali, infatti, registrano cali di 1€/t (<1%) negli zootecnici e di -2€/t nel solo massimo dell’alimentare nazionale (-1%, finale 257€/t). Il mais alimentare estero vede completarsi la caratterizzazione della voce con l’attribuzione del peso specifico a 73-78 e la prima determinazione del massimo a 255€/t. Le granelle estere perdono da 2 a 3€/t (-1%), col calo maggiore sui portuali/magazzini interni. Nei derivati alla stabilità del glutine, della farina glutinata e dei distillati esteri di mais e grano, fanno da contraltare i cali delle farine (-2€/t, <1% la bramata, -1€/t l’integrale per mangimi, <1%), della farinetta (-1€/t, -1%, finali 184/189€/t) e questa volta, anche del germe, da tempo invariato, che perde 2€/t sul minimo e -3 sul massimo (-2%), con finali rispettivamente a 205/214€/t. Cereali minori invariati con la sola eccezione del triticale, -2€/t (-1%), con finali a 210/215€/t. Stabili il pisello proteico e larga parte del comparto dei biologici nazionali con la sola eccezione della soia bio feed che registra un aumento di 15€/t (+3%), con finali 590/600€/t. Pesante il comparto della soia seme con riduzioni generalizzate salvo nel minimo della soia nazionale, invariato a 450€/t contro il massimo sceso a 450€/t dovuto al -5 odierno (-1%). Ricordiamo che la soia nazionale è la sola voce quotata franco partenza Milano. Il seme estero perde maggiormente in valore assoluto, -7€/t sul minimo con finale a 473€/t e -3€/t sul massimo, calato a 487€/t. I tostati perdono 5€/t. Tutto ciò in linea con le tendenze internazionali. Negli oli vegetali la doppia direzione, pur contenuta nell’ordine del +/-1%, significa l’aumento per l’olio di soia e il calo per le altre origini. l mercato degli olii di semi in generale oscilla attorno alla parità, con il girasole che perde 10€/t e quello di soia che guadagna altrettanto. Gli operatori si interrogano se le proteste degli agricoltori in tutta Europa potranno avere ripercussioni sulla logistica creando tensioni sull’arrivo di merce grezza dai paesi d’origine. In particolare, preoccupano le tensioni con i paesi confinanti con l’Ucraina che vorrebbero vedere maggiormente regolamentati i flussi di prodotti agricoli dal paese. L’olio d’oliva subisce leggeri cali in attesa dei dati sull’export spagnolo di gennaio che verranno resi pubblici lunedì prossimo. Nel frattempo, gli scambi rimangono molto limitati con ridimensionamenti a carico del prodotto comunitario che registra nell’Evo -50€/t, -1%, finali 9.200/9.450€/t, nell’Evo bio -50€/t nel solo massimo (finale 10.000€/t) e nel vergine (-50€/t, -1%, finali 8.600/8.800€/t). Cala anche il rettificato a 8.600/8.650€/t (-1%). Stabili gli altri oli di oliva. Negli altri alimenti zootecnici larga presenza degli invariati ad eccezione dell’aggiustamento del massimo del panello di lino, salito a 470€/t (+2%) e del calo, evidente, della farina di girasole decorticato, ridotta a 324/330 a causa del -20€/t di oggi (-6%). Grassi animali ancora invariati mentre nelle farine di pesce calano di dieci euro la peruviana e la cilena (-1%). Poche le variazioni nei foraggi in cui calano in ragione del -2% le polpe (finali 254/258€/t) e le bucce di soia (finali 228/255€/t). Nel settore riso mercato con scambi ridotti per alcune varietà mentre per altre l’offerta prevale sulla domanda. La somma algebrica determina l’invariato sui risoni e sui risi. Nei sottoprodotti calano di 5€/t farinaccio e pule, subendo la scarsità della domanda.